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L’attività mineraria a Carloforte

L’attività mineraria a Carloforte

Quando prese piede sull’isola lo sfruttamento dei propri giacimenti minerari di ocra e manganese, il carolino, abile marinaio trasformatosi in imprenditore marittimo, si rifiutò di impugnare pala e piccone, per potersi occupare dei traffici marittimi con la sua imbarcazione, e quindi venne impiegato per l’estrazione del minerale il personale proveniente dai vicini centri della Sardegna sud-occidentale, stanziato nel Villaggio del Becco, che si riempì così di case a picco sul mare, oggi adibite a residence per i turisti. Dai giacimenti di Capo Rosso e di Punta Becco, noti già ai Fenici, ai Romani e ai pisani, si estraeva ocra gialla e rossa, che, via mare, veniva spedita a Livorno, dove era utilizzata per la produzione di coloranti e vernici. Lo scoppio del primo conflitto mondiale costrinse a un ridimensionamento delle attività isolane. Le industrie meccaniche e i cantieri navali presenti sull’isola vennero privati di gran parte delle maestranze, impegnate nella guerra, che portò con sé i primi lutti tra la popolazione. Durante il periodo dell’autarchia fascista, anche i giacimenti isolani del Macchione, delle Bocchette, Cala Fico e Punta Nera entrarono in coltivazione di manganese con grande dispiegamento di mezzi.
L’attività estrattiva ebbe un boom dal 1938 al 1943, periodo in cui si passò da centoventi a trecentonovanta lavoratori, ma, nell’immediato dopoguerra, tutti i giacimenti di manganese di San Pietro furono chiusi, perché considerati poco redditizi. Tra le officine più attive si distingueva la Bernard, la prima specializzata in Sardegna nel settore degli impianti minerari. Intorno agli anni Venti, fu fondata la Fratelli Baghino & C., divenuta poi SACOM, alla quale si aggiunse in seguito la Meccanurgica, nel 1928. Queste due officine ben presto eliminarono dal mercato ogni concorrenza e diventarono leader del settore in campo regionale e nazionale.
Si distinse prevalentemente la sacom, che mise a punto impianti minerari anche per l’Albania, la Romania e la Bulgaria.
Cessarono la loro attività rispettivamente nel 1969 e nel 1983 e oggi se ne possono ammirare alcuni macchinari e locali negli spazi che ospitano il ristorante-pizzeria La Nave, impreziosito dai quadri realizzati dell’artista locale Salvatore Aste. Dal 1990 ad oggi Carloforte si presenta con una veste nuova: potenziando le attività turistiche e l’artigianato locale, tende le braccia verso il mare che la circonda, per accogliere i numerosi visitatori che, incuriositi, si imbarcano sui traghetti da Portovesme e Calasetta per scoprire l’isola: un paradiso dove poter evadere dal ritmo frenetico delle città.

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