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La costa dell’Isola di San Pietro

Anche se avete attraversato deserti o foreste lussureggianti, se avete percorso la savana o navigato nel pack, se avete scalato montagne o vi siete tuffati nelle barriere coralline, non potrete ancora dire di aver visto tutto quanto di splendido e spettacolare ci sia da vedere sul Pianeta, se vi manca la visione delle coste dell’isola di San Pietro.

DI NICOLO CAPRIATA

 

Il fascino arcano di Nasca

Le diciotto miglia di litorale (che equivalgono a poco più di trentatré chilometri) sono più di quanto la vostra fantasia possa immaginare: è un susseguirsi di paesaggi straordinariamente accattivanti e diversi. A volte dolci e gioiosi come le piccole spiagge di Girin, di Punta Nera, di Guidi, della Bobba, del Lücaize (Lucchese), delle Colonne, della Caletta, tutte dalla sabbia finissima e soffice come il borotalco, e tutte incastonate, come gemme, in cale non molto ampie e rassicuranti.
Altre volte lo scenario si presenta aspro e movimentato, come la scogliera e la piscina naturale Nasca, dove picchi, pinnacoli e obelischi, assieme a massi multicolori (rossi, verdi, gialli) che appaiono pigri e sonnolenti, sembrano in attesa di eventi straordinari. Qui, in effetti, tutto muta ma tutto resta incredibilmente immutato: è il fascino arcaico e arcano di Nasca, dove, a seconda della percezione, il mondo sembra all’inizio o alla fine. E ancora, se si scende a Capo Sandalo, estremo lembo occidentale dell’isola, il paesaggio stimola la fantasia, diventa quasi onirico, caratterizzato, com’è, da guglie e spuntoni, che assumono, in una sorta di gioco di ombre cinesi, le forme più svariate di oggetti e di animali.

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