Toponimi di un’isola dell’isola di una penisola: San Pietro
L’isola di San Pietro emerse nel Miocene, tra diciotto e sedici milioni di anni fa, in seguito alle spaventose eruzioni che sconvolsero la Terra nel Terziario. Saldata alla Sardegna, faceva parte di una platea vulcanica di circa duecentocinquanta chilometri quadrati, dalla quale – a causa di movi – menti geodinamici e delle conseguenti fratture (tra 1,8 e 1,2 milioni di anni fa) – si separò insieme all’intero Arcipelago sulcitano. Nel Quaternario, l’azione del vento e dell’acqua modellò l’isola dan – dole l’aspetto che ha oggi. A testimonianza della presenza dell’uomo nel Neolitico resta “l’antropomorfo rupestre”, un graffito che descrive una scena di caccia ritrovato in zona Picchi di Ravenna, tra alcune tombe “a tafone”, simili a piccole grotte. Nell’VIII secolo a.C. San Pietro accolse le popo – lazioni in fuga da Sulci (l’attuale Sant’Antioco) in seguito all’occupazione dei Fenici, e fu questa colonia a costruire i nuraghi di cui si conservano ancora delle tracce. A partire dal VII secolo a.C., l’isola assunse diverse denominazioni, a seconda dei popoli che vi passarono. Per i Fenici era Enosim, per i Greci Hierakon e, per i Romani, Accipitrum Insula, la cui traduzione (Terra degli Sparvieri), lascia immaginare quanto numerosi fossero i falchi che ne popolavano le scogliere. San Pietro era ricca di legname e di minerali; nel mare abbondavano il pesce azzurro, il tonno e la Pinna nobilis, da cui i Fenici traevano il bisso. Nel 1961, durante gli scavi effettuati da Ferruccio Barreca presso la Torre San Vittorio, si sono tro – vate tracce della presenza fenicia nei ruderi di una cinta fortificata e in alcune parti del tempio di Baal Shamaim (il Signore dei Cieli), a cui si riferisce un’epigrafe, conservata al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, su cui si legge “al Signore dei Cieli adorato nell’Isola degli Sparvieri”; iscri – zione che fa pensare all’esistenza di un luogo di culto. Prima del 1737, anno in cui arrivarono i primi coloni liguri provenienti dall’isola tunisina di Tabarca, San Pietro era disabitata. Una testi – monianza, seppure esigua, della presenza di una comunità è oggi ancora visibile nella Chiesa dei Novelli Innocenti, risalente al XIII secolo. Voluta da papa Gregorio IX, ricorda il naufragio di due navigli partiti da Marsiglia e diretti verso la Terra Santa, durante il quale persero la vita tutti i fan – ciulli che erano a bordo, poi tumulati nella chiesa.
- agosto 1, 2018
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- Storia di Carloforte
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